A volte sono proprio i piccoli sogni a farci sentire un po' più grandi. Anche a pochi passi da casa, su pareti dimenticate dall'alpinismo con la A maiuscola, possiamo ancora ritagliare uno spazio per vivere delle avventure autentiche. L'importante è che sia autentico il modo con cui decidiamo di relazionarci con la montagna. "Il vero alpinismo è a mani vuote" sostiene il filosofo Tomatis, dove spoglio non deve essere il nostro imbrago ma l'atteggiamento nei confronti dell'alpe. Allontanarsi quindi dalla guerra che l'uomo moderno ha dichiarato alla natura e che anche l'alpinismo classico ha in parte ereditato come retaggio di una cultura antropocentrica. "Salire...per essere e non per avere" diceva Miotti, decifrando al meglio la cesura che esiste tra un'arrampicata della "vetta a tutti i costi" e il saper apprezzare invece la bellezza e l'estetica di un gesto. Una volta spogliato l'uomo-alpinista dai suoi orpelli, ciò che rimane sono proprio due mani vuote, a cui basta un qualsiasi "pezzo" di roccia per vivere il proprio sogno alpinistico...

Gli itinerari descritti in questo blog nascono dal desiderio di rivalutare un territorio distante dai classici circuiti arrampicatori, ricercando linee estetiche laddove l'occhio di un alpinista non è facilmente portato a guardare. Pareti piccole, se confrontate ai mostri sacri delle Dolomiti o delle Alpi, ma che riescono ugualmente a regalare emozioni forti a chi intende ascoltarle. Un'arrampicata senza pretese di grandezza quindi, dove ciò che conta è stare bene all'interno di uno spazio geografico che in un modo o nell'altro riconosciamo come “nostro”.

Via il Destino gioca con noi


Torrione di Piangrande 956m
Altopiano di Asiago, parete sud
Moretto M.- Burato M.,
aperta in due riprese il 03/01/17 e il 18/03/17

L'isolato Torrione di Piangrande si erge proprio sotto la falesia di Ori Biasia ed è ben visibile dalla statale che da Valstagna sale verso Foza. Fu salito per la prima volta nella primavera del 1981 da Lorenzo Massarotto e Mauro Moretto lungo la via della Delinquenza minorile. In seguito alla sistemazione e pulizia della stessa, negli ultimi anni il Torrione sembra vivere una seconda giovinezza. È così che lo stesso Moretto individua una nuova linea, poco più a destra della Delinquenza. Ne escono cinque tiri sostenuti su roccia molto bella con difficoltà classiche. Una piccola perla destinata a divenire una classica della Valsugana!

Avvicinamento:
Dal paese di Valstagna prendere la statale verso Foza, superare l'osteria di Piangrande e parcheggiare sulla destra in corrispondenza di una ex cava con capitello votivo.
Scendere a piedi verso Valstagna un centinaio di metri fino ad un cartello stradale indicante piene improvvise. Salire sopra al muretto, evitare sulla destra le barriere paramassi e salire dritti sul ripido pendio per una cinquantina di metri, fino ad incrociare una traccia con ometti. Seguire la traccia verso destra fino ad un traliccio elettrico, scendere qualche metro per poi risalire un vallone con rampa obliqua (ometti) fino ad incrociare una nuova traccia orizzontale che in breve conduce alla base del Torrione. L'attacco (visibili due cordoni su albero) si trova venti metri al di sopra della via della Delinquenza minorile (15 minuti).



Sviluppo: 160m
Difficoltà: IV/VI, p. VI+, p. VII
Roccia: molto buona
Materiale: NDA. Utili friend, dadi e qualche chiodo.

in giallo: Delinquenza minorile
in arancione: Il destino gioca con noi
Salita:
L1: salire dritti per qualche metro (V, 2 cordoni su albero) per poi traversare decisamente a sx su cornice (IV, 1CL). Superare verticalmente la bella placca soprastante (V+, 1CF) fino alla sosta (2CF). 25 m

L2: innalzarsi sulla dx della sosta su colata grigia fino alla radice del tetto (VI-, 1 CF+ 1CL). Seguire la cornice sotto il tetto (V, 3CF+1CL) e con ristabilimento finale si esce su un gradino (VI, 1CL+1CF). Leggermente in obliquo verso dx (V, 1 nut incastrato) si arriva alla sosta su pulpito (2CF) . Attenzione all'attrito delle corde! 30 m.

L3: tiro chiave. Innalzarsi in obliquo sx fino ad una vaga nicchia (CL) ed entrare nel diedro. Con bellissima arrampicata su roccia concrezionata seguire il diedro fino ad una fessura (VI, 4CF), da superare con passaggio atletico (VI+, 2CF). Più facilmente verso sx si raggiunge una cengia dove si sosta su albero e chiodo. 30 m, 1CF.

L4: rocce rotte sulla dx portano ad un'altra cengia erbosa con alberi (possibile sosta intermedia) da cui si dirama un piccolo diedro grigio (IV). Superare prima la placca sovrastante, poi il muretto su roccia lavorata (VI, V+, 2 spit, 1CL) per spostarsi infine in obliquo a sx fino alla terrazza sommitale dove si sosta su albero (sosta comune con la via Delinquenza Minorile). 35 m.

(trasferimento elementare fin sotto alla parete – 10 m)


L5: sfruttare inizialmente il diedro-camino per qualche metro e poi con un secco traverso verso dx portarsi in obliquo fin sotto un piccolo strapiombo (V, 4CF) che si supera direttamente con movimento delicato (VII, 1 spit, 1CL). Più facilmente dritti lungo la parete si raggiunge la cima (IV+, 1CF). Sosta su albero. 30 m




Discesa:
Portarsi qualche metro a nord fino a raggiungere un albero con cordino e maglia rapida. Con una calata di 30 m ci si riporta alla base della terrazza sommitale. Da qui di può decidere di scendere con altre 2 doppie da 50 m lungo la via Delinquenza Minorile) oppure seguire la cengia verso nord (attenzione in caso di terreno bagnato) fino ad arrivare ad un evidente canale da cui si può scendere con 2 doppie da 30 m da attrezzare su alberi. Una volta giunti al bosco sottostante una fievole traccia porta all'attacco della via.


Attacco della via

L1 - passaggio di V+ prima della sosta

L2 - Mauro impegnato sul traverso 


L4 - Partenza su rocce rotte

In cima!!



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