A volte sono proprio i piccoli sogni a farci sentire un po' più grandi. Anche a pochi passi da casa, su pareti dimenticate dall'alpinismo con la A maiuscola, possiamo ancora ritagliare uno spazio per vivere delle avventure autentiche. L'importante è che sia autentico il modo con cui decidiamo di relazionarci con la montagna. "Il vero alpinismo è a mani vuote" sostiene il filosofo Tomatis, dove spoglio non deve essere il nostro imbrago ma l'atteggiamento nei confronti dell'alpe. Allontanarsi quindi dalla guerra che l'uomo moderno ha dichiarato alla natura e che anche l'alpinismo classico ha in parte ereditato come retaggio di una cultura antropocentrica. "Salire...per essere e non per avere" diceva Miotti, decifrando al meglio la cesura che esiste tra un'arrampicata della "vetta a tutti i costi" e il saper apprezzare invece la bellezza e l'estetica di un gesto. Una volta spogliato l'uomo-alpinista dai suoi orpelli, ciò che rimane sono proprio due mani vuote, a cui basta un qualsiasi "pezzo" di roccia per vivere il proprio sogno alpinistico...

Gli itinerari descritti in questo blog nascono dal desiderio di rivalutare un territorio distante dai classici circuiti arrampicatori, ricercando linee estetiche laddove l'occhio di un alpinista non è facilmente portato a guardare. Pareti piccole, se confrontate ai mostri sacri delle Dolomiti o delle Alpi, ma che riescono ugualmente a regalare emozioni forti a chi intende ascoltarle. Un'arrampicata senza pretese di grandezza quindi, dove ciò che conta è stare bene all'interno di uno spazio geografico che in un modo o nell'altro riconosciamo come “nostro”.

Falesia "Carega del Diavolo"

Con il toponimo "Carega del Diavolo" o "Prialonga" la popolazione locale identifica quella grossa pietra che si erge nella Valle del Rameston. Antico altare pagano, come dimostrano alcuni studi, la Carega nasconde miti e leggende che si perdono nel tempo. Dal Diavolo, capo di una tribù di streghe, che sedeva tronante sulla pietra, alle più comuni anguane, che stendevano i loro panni ad asciugare da una parte all'altra della valle.
Oltre che dal mistero, il luogo era avvolto anche da una fitta vegetazione che ne nascondeva le potenzialità arrampicatorie. A partire dal 2012 è stato portato avanti un grosso lavoro di pulizia e di disgaggio che ha permesso l'apertura di oltre 20 itinerari. Si arrampica su di un ottimo calcare grigio che impone una buona tecnica, un attento uso dei piedi e forza sulle dita. Il torrione presenta diverse esposizioni ed è usufruibile durante tutto l'arco dell'anno a seconda del settore scelto.  

Difficoltà: dal 5a al 7b
Roccia: molto buona
Materiale: necessari 10-12 rinvii e corda singola da 60m. La vie sono tutte protette con fix inox da 10mm. Si consiglia l'uso del casco.
Esposizione: SUD-EST-NORD. 

Avvicinamento per il settore Alto delle Anguane
Da Marostica (VI) prendere la provinciale in direzione Santa Caterina-Asiago. Superare l'abitato di Crosara e proseguire un paio di km. Parcheggiare l'auto sulla dx, tra il tornante n.7 e il n.8, in corrispondenza di una ex cava di piccole dimensioni.
Camminare un centinaio di metri fino a raggiungere una curva, facilmente identificabile da un muretto posto sulla sx della strada. Scendere lungo il ripido sentiero fino al raggiungimento delle corde fisse, da cui è ben visibile il settore "Alto delle Anguane". (5/10 minuti).
Scendendo oltre si può arrivare al settore "Carega del Diavolo", raggiungibile più facilmente da valle. 

Avvicinamento per il settore Carega del Diavolo
Superato l'abitato di Crosara, imboccare la prima strada sulla sx (Via Foggiati) e seguirla in discesa fino al raggiungimento di un secco tornante. Qui parte il sentiero che in 15/20 minuti porta alla Carega. Meglio lasciare l'auto poco oltre, nei pressi di uno spiazzo laddove termina la strada asfaltata. Dal tornante si segue l'evidente sentiero, prima in discesa e poi in salita, che risale a mezzacosta la valle del Laverda. Sono presenti alcune tabelle segnaletiche. 

Settore Alto delle Anguane (da sx a dx)
  1. Alcol and vegetables 6a, 12m
    Placca delicata in partenza, poi divertente arrampicata lungo lo spigolo
  2. Variante 109 per la rivoluzione 7a+, 12m
  3. Enanitos verdes 6b+, 12m
    Su scavati le prime belle sezioni boulder
  4. Pater noster 7b, 12m
  5. Per la gioia di Marika 6a+, 12m
    Diedro iniziale faticoso per poi proseguire su placca lavorata
  6. Spada di Damocle 5b, 10m+5m
    Facile via di riscaldamento; dalla catena si può proseguire ed uscire alla sommità
  7. Jenga 5c, 18m
    Si destreggia lungo le evidenti fessure
  8. Non ditelo al presidente 6b, 20m
    Di difficile intuizione il superamento del muretto finale
  9. Gildoland 6a, 10m
    Faticoso il movimento per andare in catena
  10. Ravanage 5a, 13m
  11. Linea d'ombra 6a, 13m
    Elegante il superamento della fessura iniziale



Settore Carega del Diavolo
  1. Comandante Diavolo 6b+, 8m
    Via di continuità su buone prese
  2. Colonnello Kurtz 6b+, 10m
    Inizio su bella lama, boulderosa l'uscita dal muro finale
  3. Cavaliere stanco 5c, 10m
    Delicato il passaggio per giungere in catena
  4. Equilibri di primavera 6a+, 10m
    Equilibrio da ricercare in almeno due passaggi
  5. L'óro 6a+, 10m
    Inizio delicato su placca, poi lungo l'evidente spigolo
  6. Candelora 6a, 10m
    Prima via della falesia; mai banale
  7. The hollow man 6a, 10m
    Simile alla precedente; leggermente più dura
  8. Swiss machine 6c, 10m
    Aderenza e dita forti, il mix per risolvere il movimento finale
  9. Dulfer esplosiva 6a+, 10m
    Movimento faticoso per giungere in catena
  10. Nuntereggae più 6b+, 11m
    Facile la prima parte, boulder da dita in uscita
  11. Zecche assetate 6c, 13m
    Continuità su placca con traverso da capire
  12. Point break 6c, 10m 
    Prevede un uso attento dei piedi; da non perdere
  13. Destinati all'estinzione 6b+, 10m
    Dura sezione in placca, poi più facilmente in fessura
  14. Anguanaway 6b, 10 m
    Inizio con mani in fessura, poi lungo lo spigolo
  15. Amores perros 6a+, 20m
    Uscita delicata dalla fessura, decisamente più facili gli ultimi metri
  16. Diedro Pils 6a+, 20 m
    Diedro iniziale facile e placca finale più faticosa
  17. Ex porcheria 6c+, 10m 
    Sezione iniziale su scavi, poi lungo lo spigolo
  18. Un sorriso per Leo 6b, 15m 
    Boulder iniziale, poi lungo la bella placca
  19. Liberi di volare 6c, 15m 
  20. Potere e fantasia 7a, 15 m
    Aderenza estrema e movimenti aleatori permettono di superare l'evidente spigolo.
  21. Taci miserabile 6b, 15 m
    Caratteristico il movimento finale sullo spigolo
  22. L'uomo di gomma 6c, 13m 
    Su tacche sfuggenti la prima sezione; su buoni scavati il finale
  23. Croce rossa 5c, 13m 
    Partenza in comune con la precedente, poi lungo la fessura; non banale




GALLERY

Cavaliere stanco


Anguanaway

Zecche assetate

Dulfer esplosiva

Equilibri di primavera

Potere e fantasia

Diedro Pils
Point break

Amores perros



L'oro

Croce rossa

Taci miserabile




Tra realtà e mistero: le leggende della Carega del Diavolo

Racconta un vecchio pastore che la famiglia Xillo avesse adottato una fanciulla di provenienza sconosciuta, giunta ormai in età da marito. Un giorno il padrone di casa, passando vicino alla Val Brutta, sentì gridare:
"Ohè! Omo dalla cavalla bianca! Dite alla vostra tosa, che la madre sua sta male, e che venga ad assisterla".
Ritornato a casa, il montanaro informò la giovine, che tuttavia sembrò non prendersi troppo a cuore la notizia, destando così la meraviglia degli abitanti assai rispettosi del nucleo famigliare. In seguito la fanciulla scomparve per qualche tempo e se ne ignorò completamente il destino.
Un giorno, passando nuovamente per la Val Brutta, il padrone udì dei gemiti strazianti e cercando con lo sguardo vide in un anfratto vicino al torrente la fanciulla tormentata dalle anguane. L'indomani, i montanari constatarono con meraviglia che, sul fondo della valle, al di sopra dell'antro dove era stata scorta la giovinetta, era sorta uno strano roccione che denominarono "Pieròn delle anguane".

La tradizione popolare attribuisce a questo sito, conosciuta anche come "Carèga del diavolo", strane leggende. Sembra sia pericoloso avvicinarsi di notte, poichè le anguane, per non essere disturbate nei loro giochi, emettono lunghi e misteriosi ululati. 
Altri raccontano che il Caregòn, avvolto tra la fitta vegetazione nell'alta Val Laverda, fosse utilizzato dal diavolo, per riposarsi dopo le fatiche della settimana santa.
Altri ancora lo definiscono "Ramestòn o Ramenstòn", che significa pietra dei corvi. Il corvo, animale sacro per la religione nordica, richiamerebbe l'ipotesi che il sito fosse frequentato anche dalle popolazioni germaniche stanziatesi in zona.
C'è anche chi lo definisce "Lammenstòn", pietra della pecora, in quanto diveniva rifugio per il pastore contro il furioso assalto dei capri durante la distribuzione del sale. L'ipotesi che il luogo sia stato frequentato in passato da pastori è avvalorata anche dalla presenza di una fonte perenne che gorgoglia ai piedi del grande masso calcareo.

Bibliografia


11 commenti:

  1. Una domenica trascorsa all'ombra della Carega baciati dal primo sole di primavera. Una domenica serena, trascorsa in buonissima compagnia. Un grazie speciale alla trasferta padovana.

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  2. Ciao sono Francesco,
    vengo dal Viblock di Vicenza, avrei piacere di visitare questa nuova falesia...
    TRa pochi gg torno a vivere in italia...avrei altri posticini dove abbiamo iniziato i lavori ma poi abbandonati causa partenza mia....cerco cooperazione!:)
    questa e' la mia Mail gecorock@gmail.com oppure FBook Francesco Geco!
    Ci conto!
    grazie

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  3. In data odierna l'accesso all'alto delle Anguane è momentaneamente chiuso a causa di alcuni lavori forestali. Si consiglia l'avvicinamento dal basso.

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  4. Nei primi giorni di luglio l'accesso dall'alto è stato definitivamente liberato dagli alberi che ne ostruivano il passaggio.

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  5. IN CANTIERE NUOVE ENTUSIASMANTI LINEE DA PROVARE

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  6. Ciao, c'è qualcuno in zona domani pomeriggio??? Cani e bambini hanno difficoltà a stare al sicuro lì? Grazie Serena

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  7. Grazie a chi ha aperto e tiene curata questa falesia !

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    1. Un grazie grande a GIldo che tiene curato il sentiero e il circondario della falesia. Un grande lavoratore. Un grande uomo.

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    2. Sole da mattino fin le 16...si scala con gran piacere anche col freddo, sentieri prima turchi ormai resi una passeggiata allegra. Grassie a tutti!

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  8. Si avvisa che l'accesso alla parte bassa del settore l'Alto delle Anguane è momentaneamente privo di corde fisse per lavori in corso.

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  9. Corde fisse ripristinate all'Alto delle Anguane.

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