Parete
di Enego, Canal di Brenta
in
memoria di Alvise Ravazzolo,
tragicamente
scomparso nell'agosto del 2012
ai
piedi della Torre del Lago
Aperta
dal basso in più riprese dalle cordate
Burato-Florit-Vivianetti-Rasia.
Prima
ripetizione effettuata il 17 novembre 2013 da Burato-Vivianetti,
Rossi-Florit.
Sviluppo:
170m
Difficoltà:
dal 5b al 6c (5c obbl.)
Roccia:
molto buona.
Materiale:
portare 14-15 rinvii e qualche cordino. Si consiglia l'uso di mezze
corde. La via è interamente protetta con fix zincati da 10x75/5.
Avvicinamento:
Da
Bassano del Grappa prendere la strada statale 47 della Valsugana e
lasciare l'auto in località Cornale. Imboccare la pista ciclabile in
direzione Trento e dopo 10 minuti prendere il sentiero CAI Raccordo 791 EE. Seguirlo per una quindicina di minuti fino ad incrociare le prime catene di sicurezza. Proseguire qualche minuto fino ad una curva evidente verso sinistra da cui si stacca una piccola cengia su cui si trova l'attacco (30 minuti circa).
Deviazione per l'attacco della via
Salita:
L1: Alzarsi qualche metro su roccia delicata e
traversare verso dx in corrispondenza di un grosso albero di fico,
mirando ad un evidente tetto che viene superato con movimento
atletico. 20m
L2:
si supera la pancia soprastante, prima sulla dx e poi sulla sx, fino
ad incrociare una fessura da dita. Saltare sulla cengia con movimento
delicato. Da qui, con facile traversata verso sx, mirare ad un albero
con cordino. Poco oltre la sosta su comoda cengia. 30m
L3:
puntare sulla dx le evidenti canne e seguirle fino ad una sosta sotto
a delle placche gialle. 15m
L4:
superare le placche soprastanti su roccia ottima, per poi piegare a
sx con traverso delicato. Sosta su catena. 15m (Se non si cerca
la “libera” è possibile unire L3 e L4)
L5:
piegare a sx e superare la pancia con movimento di forza, fino al
raggiungimento di un bel diedro nascosto. Salirlo interamente fino
alla sosta su albero. 25m.
L6:
seguire una bella lama di roccia fino ad una cengia con albero. Da
qui, con bella e facile arrampicata, si sale lungo un diedro ben
ammanigliato che conduce ad una comoda sosta. 35m
L7:
Salire dritti fino all'evidente tetto, che viene superato sulla dx.
Poi, per facile paretina, si guadagna l'uscita. 30m. (Allungare bene i
rinvii sotto al tetto!)
Discesa:
Guadagnare
il prato sommitale senza via obbligata. Superare un muretto a secco
fino ad incrociare una strada forestale. Seguirla verso sx sbucando
sulla strada statale per Enego. Da qui in discesa lungo il sentiero
691 che riporta in località Cornale (45 min. ca).
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L1 Superamento del tetto |
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L3 |
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L3_Passaggio su canne |
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L4 Placche gialle |
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L4_Placche gialle |
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L4 |
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L4_Traverso |
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L7 |
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L7_Ultime difficoltà |
Una
libera quasi integrale
Birreria
Cornale: chiuso per ferie!
Iniziare
la giornata senza un caffè non era proprio nei nostri programmi.
Senza contare che il consueto vento della Valsugana penetra con
facilità attraverso i nostri abiti, regalandoci una spiacevole
sensazione di freddo.
Oggi,
diversamente dal solito, siamo in quattro. Ad accompagnarci in questa
"prima" c'è anche Nico, un giovane e fortissimo climber di
Asiago conosciuto qualche anno fa all'Agility Forest, comune luogo di
lavoro. Nonostante la sua predisposizione alla falesia e alla
plastica, sono riuscito più di qualche volta nel mio tentativo di
avvicinarlo alle vie a più tiri, sia sportive che classiche, con
ottimi risultati.
La
via aperta qualche giorno fa in compagnia di Giovanni presenta un
paio di tiri sostenuti e così
ho pensato di chiedere aiuto proprio a Nico per liberare alcuni
passaggi. So che ne è perfettamente in grado e che farà il
possibile per riuscirci, vista l'amicizia che lo legava profondamente
ad Alvise, alpinista a cui ho dedicato l'itinerario.
Saliamo
lungo il solito sentiero disturbato dalla vegetazione e dai grossi
alberi abbattuti dal vento e dalle piogge. Le corde fisse sono
letteralmente sommerse nel fango e fatichiamo non poco a superare lo
sbarramento di tronchi a cui sono fissate. Viste le condizioni del
terreno, il timore di tutti è quello di non trovare la parete nelle
condizioni migliori per provare una libera integrale della via; non
appena arriviamo all'attacco però, ci consoliamo nel vedere che il
diedro-camino del primo tiro è pressoché asciutto.
Parto
io, assicurato da Giulia, e dietro mi seguono a ruota Nico e
Giovanni. Le difficoltà trovate in partenza, a causa della roccia
delicata, mi fanno ripromettere di spostare leggermente i primi
metri di salita. Comunque niente d'impossibile: conveniamo tutti
verso un 6a/b. Il secondo tiro ormai è cosa nota: spostamento a
destra, poi a sinistra, per prendere infine una lama delicata che
permette di uscire su un bel terrazzino; da lì una breve e facile
traversata porta alla sosta. 5C, non di più, è la stima comune. Con
il terzo tiro iniziano i giochi: la linea segue delle bellissime
canne per poi portarsi al di sotto di una placca molto tecnica e
difficile. Io provo un po', fino a che le braccia me lo permettono,
poi ci rinuncio. Il passaggio di uscita è davvero duro! Nico riesce
a fare qualche metro in più, ma poi anche lui deve desistere perchè
la presa chiave è resa scivolosa dall'acqua caduta nei giorni
precedenti. Qui conveniamo che sia meglio fermare il tiro per
prendere fiato e affrontare con più decisione le placche gialle. Quella successiva è una
sequenza da dita senza intervalli che porta ad un delicato traverso dove mani e piedi si muovono in spalmo: quando propongo un 6c, Nico annuisce senza
battere ciglio.
Sul
tiro dopo, riesco in qualche modo ad arrivare al diedro grigio nascosto, pane per i miei denti. Nico invece si muove meglio sulle tacche nette della prima sezione; un
paio di voli per capire come posizionarsi ed è fuori anche lui. L'unica lunghezza che lascia respirare
è la sesta. Una bella lama e un diedro ammanigliatissimo portano ad
un terrazzo con vista sulla valle. Qui, nonostante l'orario non sia
proprio felice, ci concediamo una breve pausa per mettere in bocca
qualcosa e soprattutto per rendere omaggio ad Alvise.
Mi
preparo psicologicamente per affrontare l'ultima tirata di corda. Ho
le braccia stanche, ma voglio a tutti i costi liberarla, perchè
ritengo che sia una delle lunghezze più varie dal punto di vista
tecnico. La placca iniziale è facile e sono in un batter d'occhio
sotto al decisivo bombè. Le prese ci sono, ma quando la roccia viene
in fuori ciò che conta veramente è saper chiudere il bicipite.
Riesco a concatenare i movimenti, pur se in modo poco elegante,
portandomi così sotto al grande tetto visibile dalla strada, ultima
difficoltà della giornata. Straordinariamente trovo subito la
soluzione e con poca fatica esco anche da lì. Una facile paretina mi
porta finalmente fuori dalla parete. È fatta: un tiro apparentemente
complicato che si risolve con pochi passaggi di 6a/b. Gli altri
escono con le luci a led, perchè nel frattempo si è fatta notte...
Il
tempo di una sigaretta, qualche commento a caldo e siamo già sulla
via di ritorno. Per fortuna che un paio di giorni prima, con Giovanni
e Pacho, abbiamo sprecato una giornata a rintracciare la strada di discesa, altrimenti non sarebbe cosa facile uscire da questo bosco
con il buio. Una volta arrivati sul sentiero vero e proprio ci
rilassiamo un po', chi guardando le luci della valle, chi sognando
nuove linee su roccia. Il nostro relax è però interrotto da due
tute fluorescenti che salgano dal basso. Ci metto poco a capire che
appartengono ai vigili del fuoco e che qualcuno, vedendo le luci in
parete, ha chiamato i soccorsi. Ci risiamo: l'ennesimo intervento in
mio soccorso! Arrivati al parcheggio del Cornale, troviamo
addirittura mezza stazione di Bassano con tanto di camionetta e Land
Rover Defender ad accoglierci. Le scuse sono tante, ma i pompieri non
sembrano prendersela troppo a male per l'uscita fuori porta. Prima
che se ne vadano, regaliamo loro una copia della relazione della via,
vista l'impossibilità di bere qualcosa tutti assieme per la chiusura
del bar.
La
giornata ormai è cosa fatta, ma nel più bello arriva Dixi, un cane
disperso che avevamo già notato dalla parete nel tardo pomeriggio.
Ci mancava proprio.
Partiti
in quattro, torniamo in cinque...
In data 24/02/22 è stata eliminata la variante di partenza poichè, in seguito all'apertura del sentiero attrezzato CAI, non ha più alcun senso di esistere.
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